Con una superficie di quasi 11 milioni di ettari (36% del territorio nazionale) l’Italia presenta la più alta diversità biologica e colturale d’Europa. Il settore forestale italiano coinvolge lungo l’intera filiera del legno (produzione, trasformazione industriale, fino alla commercializzazione) circa 80.000 imprese, per oltre 500.000 unità lavorative. L’Italia importa più dei due terzi del proprio fabbisogno di materia prima legnosa, rimanendo tra gli ultimi paesi d’Europa per il tasso di utilizzazione annuo del proprio patrimonio (circa il 30% rispetto ad una media europea del 60%). Siamo infatti i maggiori importatori al mondo di legname per l’industria e di legna da ardere, alimentando così, in molti casi, anche il taglio illegale. Nonostante la dipendenza dall’estero di materie prime legnose, la filiera nazionale del legno-arredo garantisce un saldo commerciale positivo. Con il 15% delle imprese è il secondo settore dell’industria manifatturiera italiana e il volume d’affari complessivo è di oltre 30 miliardi di euro. Inoltre, l’industria italiana della cellulosa e carta è composta da circa 200 imprese e 23.400 addetti diretti e altrettanti nell’indotto, con un fatturato globale di oltre 7,6 miliardi di euro. Risorsa per lo sviluppo socio-economico da un lato, patrimonio ambientale e paesaggistico dall’altra. Il patrimonio forestale nazionale rappresenta un bene privato di elevato interesse pubblico esprimendo valori storici, culturali, ricreativi e turistici che non possono prescindere da una tutela e gestione attiva del territorio. I boschi e la loro gestione rappresentano uno strumento importante per la riduzione i rischi di dissesto, la lotta ai cambiamenti climatici, la salvaguardia della biodiversità, la depurazione e regimazione delle acque. Costituiscono inoltre, la base produttiva non solo per le filiere industriali ma anche per lo sviluppo di nuove bioeconomie locali, legate sia alla valorizzazione dei servizi offerti dalla gestione sia allo sviluppo di innovazioni di prodotto e processo. Servono politiche chiare e strumenti normativi innovativi in grado di far convivere le necessità economiche del territorio e del settore e le esigenze sociali di conservazione e tutela del più importante e ricco patrimonio bioculturale d’Europa. Di questo si è discusso recentemente in occasione del convegno nazionale organizzato dal Mipaaf con il Centro Politiche e Bioeconomia del CREA , nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale 2014-2020. Oggi alle foreste si chiede di essere non esclusivamente risorsa economica, ma molto di più, soprattutto alla luce del crescente numero di fruitori e dei conseguenti servizi eterogenei che le vengono attribuiti, conciliabili fra loro grazie all’intervento attivo dell’uomo. In quest’ottica, gli impegni internazionali e l’evoluzione delle politiche comunitarie in materia ribadiscono come la tutela e la valorizzazione della risorsa forestale siano collegate a una loro corretta e attiva gestione. Attuare una gestione sostenibile delle foreste garantisce la sicurezza e il presidio del territorio, la salvaguardia del paesaggio e della biodiversità e il rilancio dei processi di sviluppo socioeconomico locale e del sistema paese.